Sulmona,19 settembre– “La forte scossa di terremoto di magnitudo 4,8, verificatasi nell’Appennino tosco-emiliano, è l’ennesima riprova che il mega gasdotto Linea Adriatica della Snam è incompatibile con territori altamente sismici quali sono quelli dell’Appennino. La Linea Adriatica, altrimenti conosciuta come “metanodotto dei terremoti”, è lunga 430 chilometri da Sulmona a Minerbio, attraversa sei Regioni e si snoda lungo le aree più fragili dell’Italia sotto il profilo sismico; sono le stesse aree già colpite recentemente dai disastrosi terremoti dell’Aquila nel 2009 e dell’Umbria e delle Marche nel 2016 e 2017”.E’ questo in sintesi l’appello forte lanciato al Governo da ben 17 Associazioni e movimenti ambientalisti di diverse regioni interessate all’attraversamento dell’opera in un lungo e articolato documento
“Il sisma, avvertito distintamente anche in Romagna, ha avuto purtroppo- si legge nella nota- diversi precedenti nella medesima area, come i terremoti del 1918, del 1919, del 1542 e quello del 22 marzo 1661, di magnitudo 6,1, che causò la completa distruzione degli abitati vicino all’epicentro e crolli totali o parziali delle abitazioni anche a Cesena, Faenza e Forlì. I terremoti, oltre a provocare la rottura di ogni manufatto umano collocato lungo la linea di faglia, possono provocare frane che a loro volta innescano l’esplosione di gasdotti, come è accaduto tante volte in Italia, esponendo così ad ulteriori pericoli i cittadini che vivono in zone già a rischio. Si veda il caso di Mutignano di Pineto (TE) del 6 marzo 2015 quando, in seguito alla esplosione di un metanodotto Snam per uno smottamento di terreno, l’incendio causò distruzioni e danni fino a oltre 100 metri in tutta la zona circostante. Le distanze di sicurezza attualmente vigenti sono peraltro ridicole perché consentono di realizzare gasdotti anche a 30 metri dalle abitazioni.
Nonostante tali evidenze il Governo ha già autorizzato due dei tre tratti della Linea Adriatica e si appresta ad autorizzare il terzo. L’opera, che comprende anche una centrale di compressione a Sulmona (AQ), costerà ben 2 miliardi e 500 milioni di euro, che verranno pagati dai cittadini attraverso la bolletta del gas. Si tratta di un vero e proprio crimine economico in un Paese in cui vengono cancellati dal Pnrr i fondi per mettere in sicurezza i territori a rischio di dissesto idrogeologico; dissesti causati da eventi estremi derivanti dal cambiamento climatico, come le recenti alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna e le Marche, proprio due delle Regioni attraversate dal mega gasdotto. Ma quello che è ancora più grave è che si tratta di un’opera totalmente inutile. La Linea Adriatica, infatti, era stata praticamente archiviata, sia dalla Snam che dal Governo. Ma è stata riesumata in seguito alla guerra in Ucraina, con il pretesto dell’emergenza energetica dovuta all’abbandono delle forniture di metano da parte della Russia “.