Home Politica La vicenda Salvati- Di Masci, ora infiamma la politica sulmonese. E non solo

La vicenda Salvati- Di Masci, ora infiamma la politica sulmonese. E non solo

Scritto da redazione

La sentenza del Giudice di pace Gianna Cipriani che ha assolto l’ex sindaco ha fatto molto ‘rumore’   ed avviato una serie di riflessioni e polemiche destinate a spostarsi avanti nel tempo e ad aprire nuovi capitoli di una storia che non appartiene al prestigio della politica cittadina  che di questi tempi non vive di una bella immagine. Intanto nelle ultime ore è arrivata una lunga lettera della dott.ssa Roberta Salvati ex Consigliera comunale per commentare il significato  della sentenza-

Roberta Salvati

Sulmona,13 ottobre– Il Giudice di Pace di Sulmona- Sez. Penale, Dott.ssa Gianna Cipriani, ha emesso una sentenza che sembra legittimare l’uso di termini sessisti e offensivi solo perché secondo gli accusati, usati in ambito politico.
Nel corso degli ultimi cinque anni, scrive Roberta Salvati, ho affrontato la spiacevole condizione di parte offesa dal reato di diffamazione, per il quale era imputato l’ex Sindaco di Sulmona Bruno Di Masci.
Dopo aver avanzato denuncia-querela per le offese ricevute da Di Masci, che mi additava come  “quella zoccola della Salvati” dinanzi a molteplici persone riunite all’interno di un esercizio commerciale del centro di Sulmona, ho provveduto a costituirmi parte civile nel processo, con l’ingenuo auspicio di veder riconosciuta la lesione arrecata alla mia reputazione personale.
Ebbene, con la pronuncia resa dal Giudice di Pace di Sulmona l’imputato é stato addirittura assolto per insussistenza del fatto contestatogli.
In attesa che la Dott.ssa Gianna Cipriani renda le motivazioni della pronuncia spiegando le ragioni giuridiche di tutta questa indulgenza, per cui l’utilizzo dell’appellativo di “z……” non integrerebbe i presupposti del reato di diffamazione, non posso esimermi dal fare alcune considerazioni personali.

Ritengo, infatti, che l’impegno politico non dovrebbe mai giustificare l’uso di un linguaggio offensivo nei confronti dell’avversario, indipendentemente dal genere di appartenenza.

L’uso di parole offensive e denigranti non ha nulla a che fare con la politica, costituendo, per contro, un vile tentativo di ledere l’onorabilità e la dignità di un individuo.
Nel caso di specie, Di Masci si è difeso sostenendo che l’appellativo a me riservato é da lui spesso utilizzato, come ha affermato nel processo e che doveva essere inteso in senso politico, avendo la sottoscritta più volte mutato schieramento.

Per di più ha sostenuto che questo linguaggio, a Sulmona, sarebbe di uso comune.
Sarà interessante comprendere se il Giudice di Pace, aggiunge Salvati, farà proprio l’assunto di Di Masci, considerato che è agli atti del processo la prova che la sottoscritta, all’epoca delle offese, non aveva attuato alcun passaggio politico, cosa che, in ogni caso, avrebbe potuto, al più, giustificare l’appellativo di “voltagabbana”, ma non certo quello di “z……” che evidentemente evoca ben altre attitudini personali e non ha nulla a che fare con la politica! nulla!

Lo  sconcerto per la pronuncia resa si accresce se si considera che proviene da un Giudice donna. 

Invero, se da una parte le donne proseguono storiche lotte sociali per l’affermazione -ad ogni livello- dei principi di parità ed uguaglianza, è ormai dilagante il fenomeno della violenza di genere, tanto da imporre al legislatore la previsione di leggi sempre più severe e tutele più stringenti. 

E non è forse violenza verbale riferirsi ad una donna con simili espressioni? Come può la comunità politica sulmonese accettare di essere svilita fino a questo punto? 
Cosa ci dice questa sentenza? Ci dice che una donna impegnata in politica, da oggi, potrà essere insultata con termini sessisti e denigratori senza conseguenze, il che è grottesco, oltreché inaccettabile. 

La politica dovrebbe essere uno spazio in cui le persone sono giudicate ed anche criticate per le loro idee, il loro impegno e la loro capacità, ma ciò deve avvenire nel rispetto dell’altrui personalità. 

Continuerò la mia battaglia nelle sedi opportune, perché questo verdetto inaccettabile rappresenta un ulteriore affronto non solo alla mia onorabilità, di donna e madre, ma anche all’onorabilità di tante altre donne in qualsiasi ruolo e posizione sociale.

Dott.ssa Roberta Salvati

Leggi anche

3 Commentii

Matteo 14 Ottobre 2023 - 8:26

La Salvati dava fastidio a questi soggetti
Andava ridimensionata
Allora spargiamo la voce che è una z…..
Per una donna è la parola giusta
Che schifo !!!!

Reply
Anna Maria Coppa 14 Ottobre 2023 - 15:01

https://www.ilcentro.it/pescara/i-5-esordienti-pi%C3%B9-votati-debutteranno-in-consiglio-1.171558
Un politico donna deve essere molto più forte e razionale di un politico di genere diverso e non solo ( mi riferisco sia agli uomini che… ad altre donne, notoriamente molto più gelose degli uomini.)
Da vecchina , con molta esperienza in merito, mi permetto di augurare alla Dott.ssa Roberta Salvati un luminoso futuro, però meno..meno… e molto più razionale.
Buon lavoro Roberta.

Reply

Lascia un commento