venerdì 8 alle ore 11, sit-in a Case Pente, davanti al cantiere Snam, per la difesa dei diritti del nostro territorio, per la democrazia e la legalità
Sulmona, 1 dicembre- La centrale di compressione di Sulmona e un pezzo del metanodotto Linea Adriatica (il Sestino-Minerbio) sono stati inseriti dalla Commissione Europea nel Pnrr su proposta del governo Meloni: è un’ottima notizia per la Snam e l’Eni ma nello stesso tempo una pessima notizia per i cittadini italiani che si vedranno costretti a pagare attraverso la bolletta energetica due opere totalmente inutili.
Sono passati 20 anni, ricordano stamani in un una nota i Comitati cittadini per l’ambiente e Coordinamento No Hub del gas da quando è stato concepito il progetto della Snam. Nel 2004 si pensava che i consumi di gas in Italia dovessero crescere sensibilmente e che quindi le infrastrutture metanifere fossero insufficienti. Ma la realtà ha smentito queste previsioni. Dopo il picco massimo avutosi nel 2005, con 86,3 miliardi di metri cubi, i consumi hanno iniziato una continua discesa fino ad arrivare nel 2022 a 68,5 miliardi di metri cubi. Un vero e proprio crollo che è proseguito nel 2023: nei primi nove mesi l’Italia ha utilizzato solo 44 miliardi e 207 milioni di mc di metano, oltre 7 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo le previsioni a fine anno i consumi dovrebbero essere di circa 62 miliardi di metri cubi. Questo significa che il nostro Paese raggiungerà con diversi anni di anticipo l’obiettivo fissato dal vigente Piano nazionale energia e clima, che è di 60 miliardi di mc al 2030.
La centrale di Sulmona e la Linea Adriatica sono state rilanciate con il pretesto della guerra in Ucraina. Le forniture di gas dalla Russia sono ora quasi azzerate: 2 miliardi e 497 milioni di mc fino a settembre, mentre le esportazioni, alla stessa data, sono di 2 miliardi e 130 milioni di mc. Praticamente l’Italia rivende all’estero quasi tutto il gas residuo che importa dalla Russia!
Due settimane fa il direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, Fatih Birol, in una intervista a Repubblica ha ammonito: “Italia attenta ai gasdotti, la domanda è destinata a calare”. Ma il governo, sempre più fuori dalla realtà e sempre più asservito agli interessi delle multinazionali dell’Oil & Gas, continua assurdamente a considerare “strategiche” queste due infrastrutture. Come “strategici” sono considerati gli inutili e costosi rigassificatori con cui il governo sta invadendo il Paese.
E’ lo stesso governo, spiegano ancora gli ambientalisti, che ha fatto un vergognoso regalo alle lobby del settore fossile mettendo fine al mercato tutelato per gas e luce. Ciò esporrà 9,5 milioni di nuclei familiari ad un vero e proprio salasso, attraverso tariffe più alte e fuori da ogni controllo da parte dell’Autorità per l’energia.
E’ lo stesso governo che continua a restare inerte di fronte a un cantiere palesemente illegale come quello aperto dalla Snam a Case Pente, in aperta violazione del decreto VIA rilasciato “a condizione” che venissero adempiute 22 prescrizioni prima dell’inizio dei lavori. Il che non è avvenuto.
L’8 dicembre è la giornata internazionale di lotta contro le opere inutili, dannose e imposte. Invitiamo i cittadini a partecipare al sit-in che si terrà venerdì 8 alle ore 11, a Case Pente, davanti al cantiere Snam, per la difesa dei diritti del nostro territorio, per la democrazia e la legalità.