Home Regione Abruzzo Di Marco su Privacy tour: “L’appello del Garante a tutelare le aree interne dal divario digitale va accolto e rilanciato dalle istituzioni”. 

Di Marco su Privacy tour: “L’appello del Garante a tutelare le aree interne dal divario digitale va accolto e rilanciato dalle istituzioni”. 

Scritto da redazione

Li’ sviluppo tecnologico farà la differenza per la Pubblica amministrazione”.

Sulmona, 22 settembre– “La riqualificazione delle aree interne passa anche attraverso lo sviluppo digitale e il potenziamento delle nuove tecnologie sul fronte dei servizi, questo ho ribadito ieri mattina al Museo delle Genti di Pescara in occasione del Privacy Tour, promosso dal Garante della Privacy e organizzato da Allbora S.r.l., una startup innovativa che opera nel settore della trasformazione digitale e dell’intelligenza artificiale, per promuovere la cultura della protezione dei dati e l’uso consapevole delle nuove tecnologie al Sud e nei piccoli centri.

 Ringrazio gli organizzatori soprattutto di aver posto al centro dell’incontro non solo l’utilizzo della tecnologia, la presenza dei social, l’impiego dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di ultima generazione anche nell’ambito amministrativo, ma di averci aiutato a comprendere meglio come un adeguato utilizzo di questo patrimonio sia ragione di crescita e sviluppo per la comunità, specie quella delle aree interne”, sottolinea Antonio Di Marco, presidente dell’Associazione Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise sull’evento che ha avuto la partecipazione di alcuni tra i maggiori esperti a livello nazionale nei campi della privacy, dell’intelligenza artificiale e del diritto digitale. 

“Io ci credo da sempre e sia da sindaco di Abbateggio, sia da presidente della Provincia di Pescara e anche da presidente della rete dei Borghi per i nostri territori, ho lavorato costantemente per questo traguardo – illustra – . Per questo nel 2011 ho chiesto e ottenuto un finanziamento di 300mila euro, all’epoca dal ministro Romani, per portare internet veloce a San Valentino, Abbateggio e Roccamorice. Mentre nel 2015 alla Regione governata dal presidente D’Alfonso chiesi di stringere i tempi di realizzazione della banda larga per 94 comuni abruzzesi e con il progetto “insieme si può fare”, promuovemmo l’uso del digitale nelle PA, fino ad arrivare a un’intesa strategica fra Provincia e Arit per l’innovazione tecnologica della pubblica amministrazione.

Antonio Di Marco

Continuo a credere in questa via da presidente dell’associazione Borghi più Belli d’Italia in Abruzzo e Molise, come convinto assertore che sia necessaria un’azione progettuale, uniforme e unitaria per tutti i Borghi della rete sulla cybersecurity e sul data protection officer, aspetti che stanno diventando importantissimi per la tutela dei dati sensibili gestiti dalle pubbliche amministrazioni e, dunque per fornire servizi che in alcune zone stentano a decollare.  Servizi, ma anche cultura, con MuDi, ossia l’intento di realizzare piattaforma digitale finalizzata alla realizzazione della “Rete Museale Virtuale” dei Borghi Più Belli d’Italia. La piattaforma in corso di realizzazione sarà una sorta di museo virtuale all’interno del quale saranno collocate venti stanze, una per ogni regione, ove pensiamo di posizionare la foto in alta risoluzione dell’opera d’arte più importante di ciascun Comune.

Tutto questo va conosciuto e, soprattutto gestito, ma non può essere una materia che appartiene alle ultime generazioni, deve essere appannaggio di chi governa città sia grandi che piccole, perché, insieme alle politiche per vincere lo spopolamento dei nostri territori, abbattere i divari infrastrutturali che ancora ci sono fra aree interne e coste, dobbiamo evitare che peggiorino i fattori che tagliano fuori dal mondo moderno qualunque comunità e che, come bene i relatori del convegno hanno spiegato, facendo informazione e anche formazione grazie al coinvolgimento dell’Istituto Aterno Manthonè di Pescara (che si occupa anche dell’educazione e formazione degli adulti) e la Scuola Secondaria di primo grado D’Annunzio di Collecorvino, non possiamo proprio permetterci”.

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