Roma, 30 dic – Parlando con Matteo Renzi, si comprende come quel ‘camerata’ rivolto al presidente del Senato Ignazio La Russa, non sia un normale screzio d’Aula. Vuole farne una questione politica: “Cercano di far tacere chi non la pensa come loro – spiega l’ex premier alla ‘Stampa’ -. Non parlo di minaccia democratica ma certo c’e’ un uso proprietario delle istituzioni. Stai con me? Bravo. Sei contro? Ti faccio una legge ad personam e ti stacco il microfono in diretta Tv”. Al di la’ del battibecco di sabato scorso, il leader di Italia viva accusa il presidente del Senato di gestire l’Aula in modo non corretto: “Quello che chiamate battibecco e’ gravissimo. L’obbligo del presidente del Senato e’ quello di consentire il dibattito, tutelando i diritti soprattutto delle opposizioni. E invece: non si puo’ discutere la Manovra perche’ e’ stato introdotto dal governo un monocameralismo di fatto e poi in Aula, invece di garantire l’ordine quando il suo partito rumoreggia, La Russa attacca un senatore dell’opposizione. Follia!”. Pero’ ha delle responsabilita’ nell’elezione di quello che chiama ‘camerata’: “Bastano i numeri a smentire questa ricostruzione. La Russa e’ passato con trenta voti delle opposizioni. Noi ne avevamo cinque. Ammesso e non concesso che Italia Viva abbia votato per lui, i nostri consensi sarebbero stati ininfluenti: dove sono i 25 voti decisivi?”. Secondo Renzi “l’arbitro non puo’ fermare un giocatore perche’ gli sta antipatico. E dico che c’e’ un uso illiberale delle istituzioni: Lollobrigida ferma un treno perche’ e’ in ritardo; un parlamentare spara, perche’ e’ Capodanno; la premier fa meno conferenze stampa di Putin; sua sorella esige una norma ad hoc contro un senatore, reo di averla criticata“.
Non e’ illiberale il principio che un senatore della Repubblica non possa prendere soldi da Stati stranieri: “A me va bene votare una norma che dica questo. Come votare una norma che dica che un parlamentare non puo’ fare altri lavori. Ma qui e’ diverso: di notte si e’ presentato un subemendamento che ha come obiettivo colpire personalmente me perche’ ho osato criticare le sorelle della Garbatella”. E’ una questione di metodo: “Le norme ad personam, scritte alle quattro del mattino a Chigi e presentate dai relatori nottetempo non sono degne di un Paese civile. Io posso fare anche gratis le mie conferenze. Ma non accetto che una maggioranza aggredisce uno dell’opposizione. In settant’anni non era mai successo. Ma la ragione e’ semplice”. L’ex premier parla di “ritorsione nei miei confronti da parte delle Meloni, dopo che ho sollevato il tema delle nomine all’Ales. Hanno messo un loro amico che fa Ncc a Frosinone a guidare i servizi culturali di questo Paese. Perche’ lui? E aggiungo: invece di avere paura di chi, come me, paga le tasse in modo trasparente, dovrebbero preoccuparsi chi non fa fattura e alimenta il nero, attivita’ caratteristica di diversi ambienti della destra romana”. Frase allusiva: “Non alludo. Combatto a viso aperto. E il 2025 sara’ un anno interessante. Chi vivra’ vedra'”. Pero’ l’opposizione e’ inchiodata allo stesso punto: “Questa e’ la forza di Giorgia Meloni. Lei tira a campare, non governa. Ma e’ li’ grazie alle divisioni della sinistra” ribadisce Renzi. “Un partito di centro serve. E sara’ decisivo. Senza un centro cattolico, liberale, riformista accanto al Pd di Schlein, le elezioni non si vincono. Ho l’ambizione di costruirlo, non di guidarlo. E non voglio regalare il voto dei garantisti, degli imprenditori, dei cattolici a questa destra illiberale”, ha concluso.