Home Attualità La sofferenza di Vittorio Amorosi si fa 3386,48 volte aiuto 

La sofferenza di Vittorio Amorosi si fa 3386,48 volte aiuto 

Scritto da redazione

Si iniziò da un Memorial voluto da Arturo Como, si è giunti ai Premi di Pittura dedicati al pittore, all’architetto e al sindaco di Alfedena 

Alfedena, 19 marzo– La vita terrena, come risaputo, sia per i ricchi che per i poveri è, comunque, predestinata ad una conclusione, per tal ragione si continua a confidare in una condotta degna nello svolgimento. Il dopo resta ipotizzabile o certo, a seconda degli orientamenti personali. Per tutti, concepibili incognite molteplici, anche per i ferventi religiosi. Fra le titubanze e i desideri può, crearsi un varco l’auspicio di lasciare un buon ricordo di sé fra i propri cari, nei luoghi del vissuto, tra amici e conoscenti e, fra la comunità che si può aver amministrato o condotto.  

Il compianto e amato sindaco di Alfedena Vittorio Amorosi, strappato a questa vita dalla Sla nel 2014, di attestazioni favorevoli, dopo il suo passaggio ad altra vita, dal concittadino e amico Arturo Como ne ha avute immediatamente ed in maniera consolidata nel tempo.  

Nel marzo 2015 in occasione dei Campionati regionali Sci di Fondo assegnati all’ASD Sci Club di Alfedena, Arturo Como, volle realizzare il Memorial Vittorio Amorosi,. Due giorni di sport, amicizia e condivisione dedicati al primo cittadino che più di tutti si era adoprato per dare allo sport e al fondo alfedenese un presente ed un futuro concreto. Il sindaco Amorosi aveva creduto nel potenziale sciistico e non solo dell’area Pianoro Campitelli e si era speso per essa. 

Affetto e presenza intorno al Memorial provennero da tutti e da ovunque, la volontà di Como di tenere vivo il ricordo e l’adoperarsi di questo sindaco “sportivo” nel cuore e negli intenti, trovò il totale apprezzamento della famiglia. Un inizio, quello del Memorial che, ha portato lontano, esattamente alla prima e alla seconda edizione del Premio di Pittura Vittorio Amorosi. Due edizioni fortunate, partecipate e qualitativamente distinguibili. L’elegante e pregiata collaborazione fra la famiglia Amorosi e la presidenza di Arturo Como ha condotto a sensibili primizie di beneficenza. Quando la moglie del sindaco di Alfedena Isabella e la figlia Giuliana pensarono, nel 2023, ad un primo premio d’arte intitolato a Vittorio Amorosi vollero realizzarlo con la totale collaborazione dello Sci Club di Alfedena. Il binomio si è rivelato abile e d’effetto.  Mai si è trattato di semplici commemorazioni, si è costruito intorno al ricordo della capace e poliedrica persona di Vittorio, una raccolta fondi da destinare all’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica). La bellezza dell’arte, la solidarietà e lo sport hanno parlato la stessa lingua, ballato sulle stesse note e guardato verso la stessa stella cometa. Chi è affetto da Sla e le proprie famiglie hanno veramente bisogno di una stella cometa che indichi non solo il cammino, ma che conduca ad aiuti e ad assistenze vere e professionali. Le due edizioni del Premio di Pittura Amorosi hanno messo al mondo dipinti dedicati ad Alfedena unici per stile e per raffigurazioni. L’altro tratto di unicità passa per la raccolta fondi da destinare ad AISLA Abruzzo. Sommando parte del ricavato dalle edizioni del premio, donazioni di benefattori anonimi e mille piccoli e raggianti gesti di beneficenza hanno permesso, di recente, l’ASD Sci Club di Alfedena e l’associazione Lovers ART, creata dalla figlia di Vittorio Amorosi, di depositare sul conto corrente di AISLA Abruzzo € 3.386,48. Non una semplice cifra, ma una mano tesa a dipingere un sollievo, un aiuto, un conforto. 

Che il gesto è notabile e fondamentale, lo confermano le parole del rappresentante abruzzese Aisla, Marco di Norcia il quale, non permette neppure al telefono di celare la gioia, il riconoscimento e la speranza che questi gesti siano sempre più ripetuti e infiniti, perché urgono e si esprime così:

“Grazie allo ASD Sci Club di Alfedena e a Giuliana Amorosi per aver voluto creare un’occasione di attenzione nei confronti dei malati di Sla, adoperandosi in una raccolta fondi. La nostra associazione opera a livello nazionale da quarant’anni. Il contributo servirà a sollevare le famiglie con persone affette da Sla e per la formazione di personale specializzato nella gestione domiciliare dei pazienti, è importante che i malati di Sla possano permanere all’interno delle loro abitazioni. La Sla non colpisce solo la persona che ne è affetta, ma di rimando tutta la famiglia. Una cura per questa malattia non esiste, l’unica certezza è la nostra messa in gioco, il nostro scendere in campo mediante azioni di aiuto concreto che contribuiscono a rendere dignitosa la vita dei pazienti e dei loro famigliari.”

Il pennello, come una squadra per progettare e il gonfalone sono stati compagni di viaggio fedeli e affidabili di Vittorio Amorosi, la figlia Giuliana ha ereditato primariamente il tratto artistico. Giuliana Amorosi racconta del perché e del dove guarda la sua associazione Lovers Art:

“L’apertura di Lovers Art, per la mia famiglia, è una dichiarazione di volontà, volontà nel portare avanti le edizioni del premio di pittura, che raccolgono non solo artisti, ma persone che sposano l’intento. Questo ci motiva e ci aiuta a capire l’importanza e la ricchezza che può racchiudere la parola arte. Il ricordo vissuto della Sla è qualcosa di indelebile, non si può essere indifferenti a ciò. Ogni profondo dolore, però può essere trasformato, da questo l’intento di proseguire nella raccolta fondi a favore della ricerca contro Sla. L’arte è beneficio, lavoriamo in tale direzione.” 

I coinvolti in questa impresa che, pare piccina, ciò non di meno si rivela forte e incontenibile, proprio come una marea che porta conchiglie belle e preziose a riva, lasciando che, chi ha bisogno le raccolga e ne faccia momenti di ascolto e di balsamo per una vita messa in difficoltà e sofferente, sono tutti operosi e pieni di volontà.

La storia di Arturo Como e il suo agire in favore di altri non avrebbe bisogno di borderò, eppure le sue parole sono acque utili alle conche della solidarietà. L’umanità e i gesti di vicinanza vanno raccontati e condivisi perché hanno bisogno di imitazione e vanno instillati nei giovani. Quando si chiede al Presidente dello sci club di Alfedena di raccontarci qualcosa in merito a questo gesto che, coinvolge tanti e, per il quale ha gettato lui stesso le basi tanti anni fa, viene fuori che sovente è sintonizzato sulle frequenze di chi ha bisogno e si racconta come segue:

“lo scorso 25 agosto ho apposto, insieme, al direttore della Caritas Ambrosina di Milano, Luciano Gualzetti, ed altri quaranta fra gente comune, attori, figure religiose, scrittori, pittori, militari e dirigenti la mia firma sul Gemellaggio fra l’ASD Sci Club di Alfedena e la Caritas Ambrosiana Milano. Un patto di fratellanza, che ho voluto e ideato fra tante difficoltà, che per fortuna il direttore Gualzetti ha accolto prontamente, un documento esplicitato in ben 12 punti. Il distinguo sta nella tipologia dei contraenti coinvolti, desideravo non una mera celebrazione dei circa 15 volontari Caritas che soccorsero Alfedena durante il terremoto del 1984, bensì un mezzo e uno strumento di sensibilizzazione per i giovani. Il condensato del mio pensiero passa per quanto ho voluto fosse scritto nel logo ideato per l’occasione –Tu la mia traccia. Io la tua strada. Noi. –  In passato, insieme all’associazione A.S.P. Rio Torto di Alfedena, abbiamo realizzato, altresì, una raccolta fondi per comunità terremotate, nel tempo ho voluto che gli atleti del mio sci club frequentassero e praticassero attività con gli anziani della casa di riposo di Alfedena. La vicenda del mio amico Vittorio Amorosi ha segnato tutti, una patologia sempre più diffusa, sempre più complicata da affrontare. La solitudine, il silenzio e l’inattività non giovano in nessun ambito, meno che mai in quello della salute e della dignità delle persone. Quanto accaduto porta a considerare che la grandezza della solidarietà passa per componenti minuscole. Ogni euro raccolto è pervenuto, essenzialmente, da mani piccole e già fragili, spesso chi ha donato non naviga nell’oro; eppure, ha sentito di volerci essere, di voler testimoniare la sua vicinanza. Nulla è veramente perduto se “alleviamo” all’umanità, alla sensibilità, al sentire. La parola grazie, è la più esaustiva in queste circostanze. Un grazie ai direttivi dello sci club che per il Memorial e per il premio di pittura hanno aiutato, il grazie immenso e speciale a chi ha donato e dico si vada dritti su questa strada.”Il da fare è tanto, la ricerca ha bisogno di ali forti e robuste per salire di quota. Si confidi che Vittorio Amorosi e tutti coloro che vivono in una dimensione, più sana e meno sofferente siano sempre la linfa per chi su questa terra desidera fare ed aiutare. Tutto senza dimenticare che la condizione di aver bisogno di aiuto, nel corso della vita, può interessare tutti. Si ambisca ad essere madrine e padrini di gesti di 

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