Home Politica ( il caso) Centrali del gas obiettivi militari strategici: l’impianto Snam è un pericolo per Sulmona ?

( il caso) Centrali del gas obiettivi militari strategici: l’impianto Snam è un pericolo per Sulmona ?

Scritto da redazione

L’interrogativo soilevato  dal  Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile

Sulmona,24 marzo-Il 20 marzo scorso la centrale di compressione del gas di Sudzha, nella regione russa del Kursk, è stata colpita e divorata dalle fiamme. Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda. Secondo Mosca si è trattato di “una deliberata provocazione delle forze armate ucraine”, mentre secondo l’Ucraina è un “tentativo di screditarla”. La centrale di Sudzha aveva una funzione molto importante, perché è quella che pompava il gas russo lungo i gasdotti che, attraverso l’Ucraina, rifornivano l’Europa. 

 “Il bombardamento della centrale è solo l’ultimo episodio degli attacchi agli impianti energetici che sono stati intensificati da ambedue le parti in guerra. Pochi giorni prima- spiega oggi in una nota Mario Pizzola Coordinamento Per il clima Fuori dal fossile l’esercito ucraino aveva colpito due stazioni di compressione del gas nelle regioni russe di Tambov e Saratov e i servizi speciali ucraini (Sbu) avevano rivendicato l’azione affermando che in questo modo si “riduce la capacità della Russia di finanziare la guerra”. Da parte sua, nelle settimane precedenti la Russia aveva lanciato massicci attacchi missilistici e con droni contro le infrastrutture del gas ucraine e Kiev aveva protestato contro questi “attacchi criminali” che impediscono di assicurare i bisogni quotidiani dei cittadini. 

Cosa c’entra tutto questo con Sulmona? C’entra, perché nella guerra moderna le infrastrutture energetiche sono obiettivi strategici di primaria importanza e, nei tempi bui che stiamo vivendo, dove la follia sembra aver preso il posto della ragione, con i governanti che si accingono a varare un mega piano di riarmo da 800 miliardi di euro e con la von der Leyen che invita a “prepararci alla guerra”, nessuno può escludere che in un futuro più o meno lontano la centrale di compressione Snam possa entrare nel mirino di attacchi militari o di azioni terroristiche.  Questo perché la centrale di Sulmona è l’unica prevista nel tracciato della Linea Adriatica e metterla fuori uso significherebbe interrompere il trasporto di metano lungo un’area di ben 430 chilometri.

Siamo certi che qualcuno ci accuserà di fare del terrorismo psicologico ma a prendere molto sul serio questa eventualità  è  proprio la Snam che, nella relazione integrativa predisposta per l’Arera (l’autorità italiana per l’energia), ha scritto che il progetto Linea Adriatica “consentirebbe di disporre  di una dorsale di trasporto parallela e indipendente rispetto a quella esistente” da usare non soltanto per emergenze di tipo tecnico ma anche – precisa la Snam –.

E perché mai eventuali terroristi dovrebbero far saltare in aria le strutture della dorsale tirrenica e non quelle della dorsale adriatica? E perché non tutte e due?

Già la Valle Peligna ha nel suo seno quella vera bomba ad orologeria che è il deposito militare di Monte San Cosimo, “non a caso bombardato nel corso della Seconda guerra mondiale e che prevedibilmente sarà potenziato in seguito al preannunciato sviluppo dell’industria bellica. Un. pericolo si aggiunge quello rappresentato dalla centrale Snam, un’opera che non porterà nulla di buono se non danni, rischi e sperpero di denaro pubblico

“Se i 180 milioni di euro del Pnnr, buttati via dal Governo per la centrale, fossero stati utilizzati per la rinascita economica e sociale del nostro territorio, avremmo probabilmente avuto- conclude Pizzoa- una possibilità concreta di arginare l’inesorabile declino al quale ci ha invece destinato l’ignavia e il comportamento irresponsabile della grande maggioranza della nostra classe politica che non si pone neppure una semplice domanda: che tipo di futuro stiamo costruendo per i nostri figli e per chi verrà dopo di loro? “.

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