Home Prima Pagina Ora i sindacati si mobilitano per fermare la deriva del sistema sanitario  regionale

Ora i sindacati si mobilitano per fermare la deriva del sistema sanitario  regionale

Scritto da redazione

Cgil-Cisl-Uil-Ugl: “Con 45 milioni di tasse in più pagati dagli abruzzesi”

Pescara, 27 marzo – “Non possiamo dare un altro salasso alle famiglie abruzzesi e i cittadini meritano una sanità migliore”. Lo affermano il segretario della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, quello della Cisl Abruzzo Molise, Gianni Notaro, quello della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, e quello della Ugl Abruzzo, Carlo Pentola, a proposito dell’aumento dell’addizionale Irpef. 

“La comunicazione del presidente – dicono i segretari – è ben costruita: ‘…ci sarà una diminuzione delle imposte per i cittadini meno abbienti ed un aumento per gli altri abruzzesi…’, è il mantra che ci viene ripetuto. Peccato che molti di coloro che percepiscono bassi redditi sono nella cosiddetta no tax area e dunque a loro non si applica nessuna imposta Irpef per specifica disposizione della legge delle Stato.

Per i restanti cittadini, ovvero coloro che percepiscono un reddito superiore agli 8.500 euro e fino a 28.000 euro, la Regione abbassa l’aliquota Irpef soltanto dello 0,1%, mentre per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro l’aliquota viene incrementata di ben 2 punti percentuali e del 2,1 % per i redditi oltre 50.000 euro”. 

“In termini pratici – spiegano – ciò significa che con la rimodulazione proposta coloro che hanno redditi fino a 28.000 euro non avranno alcun vantaggio economico oppure potranno avere al massimo un beneficio di 2 euro mensili mentre coloro che guadagnano da 28.000 in su riceveranno un aumento consistente delle tasse. Alla fine a guadagnarci non saranno i ceti meno abbienti ma la Regione Abruzzo che intascherà ben 45 milioni di tasse in più prelevate dalle tasse degli abruzzesi. Se davvero si vuole avvantaggiare il ceto meno abbiente si abbassi la prima aliquota all’1,23% (dunque con una diminuzione dello 0,5%) e si facciano le operazioni di rimodulazione a parità di gettito totale”.

“Perché il vero nodo della questione – vanno avanti i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl – è che la Regione Abruzzo destina solo una piccola parte del gettito totale delle addizionali Irpef e Irap per finanziare la sanità mentre la grossa parte si perde nei mille rivoli di spese superflue. Ed è per questo motivo che oggi aumenta la tassazione regionale. Con la conseguenza che i cittadini abruzzesi dovranno pagare più tasse per avere servizi sempre più scadenti. Infatti, l’aumento delle tasse servirà esclusivamente a pagare il deficit sanitario, ma non a migliorare una sanità che nella nostra regione è allo sbando. Lo dimostra il fatto che gli abruzzesi devono pagare per curarsi, che coloro che non hanno le risorse rinunciano alle cure e che sempre più abruzzesi vanno a curarsi fuori regione”. 

“Tutto ciò mentre la Regione è in ritardo nella spesa dei fondi PNRR destinati alla sanità, oltre il danno la beffa: si lasciano parcheggiate risorse economiche disponibili e si mettono le mani nelle tasche dei cittadini. Il presidente Marsilio e l’assessore al Bilancio Quaglieri non si sono neanche degnati di convocare al tavolo le parti sociali per discutere di questa manovra iniqua.

 Il sindacato – annunciano Ranieri, Notaro, Lombardo e Pentola – si mobiliterà a tutela dei cittadini e per fermare la deriva del sistema sanitario abruzzese”.

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