Home Politica La città di Sulmona dalla storia gloriosa, è orfana della politica?

La città di Sulmona dalla storia gloriosa, è orfana della politica?

Scritto da redazione

“Tutta la realtà umana è l’immenso tentativo di vivere tutto l’essere senza negazioni e senza esclusioni”: Giuseppe Capograssi.

di Sergio Venditti *

Sulmona, Palazzo dell’Annunziata

 Sulmona, 29 marzo- Il “Caso Sulmona” non è l’ultimo tra i territori dalla grande storia, purtroppo entrato nel “cono d’ombra” della politica, ora descrivendo l’eclissi parziale, che proprio in questi giorni è visibile sui nostri cieli. 

In realtà esso si può leggere altresì’ nelle pagine di un grande costituzionalista di estrazione socialista, il Prof. Mario Patrono, con la sua puntuale requisitoria su: “Chi ha ucciso la Prima Repubblica?”, che in Valle Peligna oltre ai grandi della storia, ha espresso politici di rilievo e di governo.

 Tra questi si vogliono qui ricordare quelli prematuramente scomparsi come Giuseppe Bolino, DC, Autorevole Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, (che fece realizzare l’ala nuova dell’ospedale cittadino), insieme a Paolo Pizzola, con Domenico Susi, parlamentare PSI di rango, che è stato per anni Sottosegretario di Stato alle Finanze, nel Governo Craxi, a cui si deve, tra l’altro, la realizzazione della grande scuola della Guardia di Finanza dell’Aquila. 

Questi oltre gli storici amministratori abruzzesi, con i rappresentanti nelle varie istituzioni culturali ed economiche, che vi hanno lasciato il segno. Questo non per essere nostalgici di un tempo passato, ma per richiamarne le capacità di azione, a tutti i livelli, che la Valle Peligna ha saputo conquistare, con la visione e la presenza nella “Politica”.

Purtroppo un tale orizzonte di rinascita, non è più visibile da tempo nelle conche di tutte le “Aree Interne”, escludendo, forse, il solo Capoluogo ed altri comuni del “cratere sismico” del 2009, beneficiati da consistenti trasferimenti per la loro ricostruzione. In ogni caso tutte queste aree isolate restano le più svantaggiate e spopolate, perdendo in generale la “leadership” dei partiti attuali, polarizzati invece su singoli dirigenti, talvolta cooptati dalle Segreterie, spesso senza avere il “Cursus Honorum“, selezionando non i migliori, ma i più fedeli. 

In tal senso, il peso dei militanti locali si è quasi “disperso”, a favore solo degli eletti negli organismi rappresentativi, che  progressivamente sono diventati più “cartelli elettorali”, spesso autoreferenti  e con una forte impronta personalistica. Ora, al di là di una sommaria analisi sociopolitica, bisognerebbe ragionare di come favorire, nella specifica condizione sulmonese, un recupero progressivo di credibilità della sua classe dirigente. 

Giuseppe Capograssi

Quindi più che sul distinguo anacronistico ,”vecchia e nuova”, si dovrebbero valutare le diverse visioni di “rinascita”, concrete, abbinate al profilo dei candidati, in primis alla carica di sindaco.

Quest’ultima ha la sua oggettiva centralità, perché è eletta direttamente dai cittadini (non tutti) e non più nel consiglio comunale, dovendo avere qualità e caratteristiche uniche per rappresentare i primi, ma anche nel tenere unita la sua maggioranza. L’esperienza insegna che li si sono create le fratture più vistose, tra l’azione dell’esecutivo e le “ratifiche” del suo organismo rappresentativo, che oggi è oggettivamente svuotato di potere. 

Ed allora come si assicura la “governabilità’ attiva” della Città? L’equilibrio tra un potere esecutivo forte ed uno assembleare, più debole, sono possibili con un “Patto” con gli elettori, su programmi chiari, puntuali e vincolanti, con la piena incidenza delle commissioni consiliari ed il governo amministrativo e burocratico dotati di maggiore efficienza e velocità decisionale, assegnando le stesse deleghe operative agli assessori, riservando al sindaco le strategie attuative ed il coordinamento, insieme alla presidenza del consiglio comunale. Questo in un quadro di legislatura, con il giusto equilibrio tra i partiti promotori e le liste civiche rappresentate, tutte con  dignità di presenza, senza tentazioni “egemoniche”. Il quadro però non è sostenibile, senza la qualità del soggetti chiamati a governare, selezionati più per competenze, dando così una stabilità solida al nuovo esecutivo e verificandone l’efficacia delle strategie di governo. In tale quadro va garantita al sindaco l’autonomia ed il rapporto fiduciario con la sua squadra, anche tecnica, smarrito negli ultimi anni, interfacciandolo autorevolmente con le omologhe commissioni e “gruppi di lavoro”, promossi unitariamente in consiglio comunale. 

Sul tavolo del prossimo Primo Cittadino, è bene richiamarlo, ci saranno subito “dossier” scottanti, da studiare per individuare le migliori soluzioni, con le crisi aperte sul fronte industriale e dei servizi associati dell’intera “città territorio” peligna, in primis per la salvaguardia del tribunale e degli altri presidi amministrativi, che non possono essere trasferiti tutti a livello provinciale. Inoltre bisogna attivare subito i confronti con le forze produttive e sociali, per individuare le priorità di azione, con le richieste da sottoporre sia al governo regionale, nazionale ed all’Unione Europea, con misure di prospettiva, non solo tamponando le drammatiche fasi di emergenza del mercato di intere filiere economiche, come “l’automotive”.

Ed allora le scelte tecniche ottimali, vanno coniugate con quelle politiche, ai vari livelli, dove le relazioni di governo potrebbero risultare fondamentali per trovare soluzioni positive. In tal senso i vari rapporti sulla P.A. sottolineano la carenza e la lentezza dei servizi forniti dai poteri locali, con una burocrazia da semplificare, evitando inutili e costose duplicazioni, lontana dai cittadini e dalle stesse imprese, che scelgono i territori più organizzati ed efficienti per investire e creare nuova occupazione, con costi competitivi, nelle aree più lontane dai mercati.

 Queste sono le sfide ineludibili che vanno affrontare con coraggio e slancio, guardando indietro alla propria storia per averne degli insegnamenti,  ma aprendone un nuovo capitolo per “Sulmona Futura”.

*giornalista

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( ph andrea pantaleo)

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