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Sulmona: la sfida amministrativa è viva con il voto consapevole

Scritto da redazione

Quando il declino viene da lontano: La rivolta dello “Jamm’ mò”.

 di Sergio Venditti *

Sulmona, la rivolta Jamm’mo’ 2-3 febbraio 1957

 Sulmona , 12 aprile- Finalmente nella “Citta di Ovidio”, dopo la fase “teoretica”, si entra nel confronto diretto, che dovrebbe prima prevedere l’incontro con i cittadini per presentare e verificare le proprie linee programmatiche.

Dopo di che ci sarà spazio per il confronto tra i vari aspiranti sindaci, che dovranno dare il meglio nel presentare i loro progetti e la classe dirigente capace di realizzarli, tra la compagine consiliare e la squadra di governo, compresi i tecnici essenziali per un azione amministrativa rinnovata e ancor più manageriale.

 In tal senso non ci dovrebbero essere, reticenze e lentezze, visti i problemi inderogabili che a spettano il nuovo sindaco ed i suoi assessori, chiamati al massimo impegno da dedicare ad una città dal passato illustre, ma dal presente problematico.

 Quale sarà l’“agenda setting” da comunicare ai sulmonesi sulle priorità programmatiche dei primi “100 giorni” della legislatura 2025-2030, dai contendenti alla carica cittadina più alta? 

Una domanda diretta, che già consentirebbe una prima valutazione di merito, sulla sintonia o meno delle varie liste, su programmi concreti, senza “libri dei sogni “, sulle emergenze conclamate del territorio, in primis socio-economiche, con la parola d’ordine di arrestare l’emorragia occupazionale del suo tessuto produttivo e dei servizi, avviandolo gradualmente verso la via della rinascita.

Quello che appare chiaro è che la Città’ deve aprirsi ancor più al confronto con tutto il territorio della Valle Peligna, che soffre degli stessi mali, aggravati da decenni di declino, lento, ma  inesorabile, causato prima dallo spopolamento, che lo ha privato di preziose risorse umane e professionali per gestire la sua crescita. 

Un “piano inclinato”, che fin qui  la stessa politica agli altri livelli ha trascurato, in mancanza di programmi credibili di riequilibrio delle risorse e degli investimenti pubblici, prima di quelli privati che vanno dove ci sono “ambienti competitivi” magari con  incentivi, per reggere la concorrenza sui mercati globali. Questi sono davanti a sfide “titaniche”, che debbono essere governate con lungimiranza e tenacia, senza divisioni settarie e demagogiche, rompendo il “circolo vizioso“, che ha portato alla crisi di intere filiere produttive vitali in Abruzzo come “l’automotive”, che qui ha una componente essenziale come la Magneti Marelli, da salvaguardare, rilanciando altresì le presenze di altri grandi gruppi industriali, che rischiano la chiusura o la delocalizzazione, in India. Tutte queste sfide vanno affrontate con un metodo cooperativo, quasi da “salute pubblica”, senza risse e faide interne ai partiti e gruppi, come nel recente passato, ma con autentico spirito di confronto, con cui assumere gli impegni e le responsabilità, alla luce del sole, tra la nuova maggioranza e le minoranze. Tutti debbono essere consapevoli dell’altissima posta in gioco, nel rispetto dei rispettivi ruoli, ricordando anche il passato, con le sue azioni positive di governo, ma anche con le proteste dei suoi cittadini esasperati già settant’anni or sono dalla crisi e dalle spoliazioni dei presidi pubblici, con la rivolta de: “JAMM’MO'”(2-3 Febbraio 1957).

 Quindi la politica, ai vari livelli, ritrovi il dialogo e la concretezza dei fatti, anziché la retorica degli annunci, senza “fughe in avanti”, determinando per Sulmona e l’intera Valle Peligna politiche di rilancio innovative e stabili, con misure concordate tra il governo locale con  la provincia e la  regione, da proporre a quello nazionale ed alla stessa Unione Europea, specie per i fondi del PNRR e FSC.

 Un piano in pochi punti strategici, discussi da tutte le forze sociali e di categoria, rappresentando cosi un territorio vitale,  competitivo ed unito, con gli investimenti pubblici essenziali e trainanti per attrarre gli stessi gruppi privati, anche a livello internazionale, attraverso la FIRA ed INVITALIA.

 Senza questa visione coordinata ed aperta sui mercati globali, ritagliandosi così uno “spazio vitale“, difficilmente si avrebbe l’inversione di tendenza per il rilancio della Città ,non più basata solo sull’intervento pubblico. In tal senso le lezioni, anche amare del passato, vanno così studiate ed aggiornate, per gli interventi nelle aree di crisi, come questa storica peligna, per poterne finalmente uscire, non per restarci,  ancora in una “morta gora” infinita e sfibranteQuesto “orizzonte piatto” porta solo ad una Sulmona stanca, invecchiata e senza l’energia delle giovani generazioni, con i suoi incredibili talenti, ora “expats” nel mondo, che la guardano come una stella lontana.

“Tutto si trasforma, nulla perisce…. e mai si consuma” – (Publio Ovidio Nasone)

*giornalista

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