Molti gli hanno chiesto il gesto simbolico di una visita in Ucraina. Ma la risposta e’ netta:”A Kiev per ora non vado – spiega Papa Francesco al “Corriere della Sera” -. Ho inviato il cardinale Michael Czerny, (prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale) e il cardinale Konrad Krajewski, (elemosiniere del Papa) che si e’ recato li’ per la quartavolta”. “Ma io – aggiunge – sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. Potrebbe essere ilpatriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, l’uomo in grado di convincere il leader del Cremlino ad aprire unospiraglio. Il Pontefice scuote la testa e racconta: “Ho parlato con Kirill 40 minuti via zoom. I primi venti con una carta in mano mi ha letto tutte le giustificazioni alla guerra. Ho ascoltato e gli ho detto: di questo non capisco nulla. Fratello, noi non siamo chierici di Stato, non possiamo utilizzare il linguaggio della politica, ma quello di Gesu’. Siamo pastori dello stesso santo popolo di Dio. Per questo dobbiamo cercare vie di pace, far cessare il fuoco delle armi”. “Il Patriarca – spiega Bergoglio – non puo’ trasformarsi nel chierichetto di Putin. Io avevo un incontro fissato con lui a Gerusalemme il 14 giugno. Sarebbe stato il nostro secondo faccia a faccia, niente a che vedere con la guerra. Ma adesso anche lui e’ d’accordo: fermiamoci, potrebbe essere un segnale ambiguo”.
Ucraina: Bergoglio, voglio incontrare Putin
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