Sulmona, 12 maggio- Nonostante le richieste di rinvio, la presidenza del Consiglio dei Ministri ha voluto tenere ugualmente la riunione ( in modalità video conferenza) sull’autorizzazione del metanodotto Sulmona – Foligno, facente parte della Linea Adriatica. Si tratta di una infrastruttura di 430 km da Sulmona a Minerbio , del costo di 2 miliardi e 338 milioni di euro, centrale compresa. La ferma presa di posizione da parte dei Comuni di Sulmona e Pratola e della Provincia dell’Aquila ha però ottenuto che la riunione fosse considerata “interlocutoria”, per cui sarà convocata prossimamente una seconda riunione ufficiale. A pesare per questa decisione è stata la mancanza dello studio sismico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Per Sulmona vi hanno partecipato il sindaco Gianfranco Di Piero e gli assessori Catia Di Nisio e Attilio D’Andrea; per la Provincia dell’Aquila Maurizio Proietti e per il Comune di Pratola Peligna il sindaco Antonella Di Nino. Tutti hanno ribadito l’importanza dello studio sismico, che a tutt’oggi non c’è, come elemento propedeutico per poter proseguire con il procedimento autorizzativo. Essi, inoltre, hanno confermato la contrarietà alla realizzazione dell’opera, come attestato ripetutamente dai rispettivi organi amministrativi.
“A dir poco scandaloso,sostengono i Comitati cittadini per l’ambiente e il Coordinamento No Hub del gas, è stato il comportamento della Regione Abruzzo che ha delegato a rappresentarla un funzionario del genio civile che ha dimostrato di non conoscere il problema e che si è limitato a dire che il metanodotto è “strategico”, senza minimamente citare le numerose delibere di contrarietà e quindi di negazione dell’intesa con lo Stato, adottate dalla giunta regionale presieduta da Luciano D’Alfonso e come delegato all’ambiente Mario Mazzocca. In apertura della riunione il rappresentante del Governo ha affermato che il metanodotto sarebbe necessario per far fronte alla necessità di reperire nuovi fonti di rifornimento di metano, da sostituire a quelle della Russia, come conseguenza della guerra in Ucraina. Il sindaco di Sulmona Di Piero ha puntualmente replicato che il metanodotto Sulmona – Foligno non ha alcuna attinenza con la problematica degli approvvigionamento dall’estero di gas, ma riguarda il trasporto e la distribuzione interna, e nel merito la rete è più che sufficiente, anzi sovradimensionata, avendo una capacità di assicurare ben 115 miliardi di metri cubi l’anno, mentre il consumo medio degli ultimi dieci anni non ha superato i 71 miliardi e mezzo.
C’è da aggiungere che la Snam prevede un progressivo calo dei consumi, che nel 2030 saranno sui 60 miliardi di metri cubi. Inoltre non è credibile parlare di strategicità e necessità dell’opera dal momento che la stessa Snam ne prevede l’entrata in funzione nel 2034, quando l’Italia dovrà aver raggiunto l’obiettivo del 55% di decarbonizzazione del nostro sistema economico e nel 2050 dovrà abbandonare completamente le fonti fossili, gas compreso. La Snam non ha confutato i dati forniti dal sindaco di Sulmona che dimostrano platealmente l’inutilità dell’opera. Ma ha sostenuto che il metanodotto sarebbe necessario per assicurare l’erogazione del gas nei momenti di picco massimo giornaliero, che si verificano in inverno. Una tesi, questa, completamente infondata perché è proprio la Snam ad aver attestatoche, in occasione del picco massimo verificatosi negli ultimi 20 anni, ed esattamente il 6 febbraio 2012, tutte le utenze erano state regolarmente servite. Inoltre, dai Piani Snam risulta che quel picco, in futuro, non sarà più raggiunto.
Il prof. Doglioni, presidente dell’INGV, ha ammesso che non esiste lo studio sismico sul tracciato commissionato all’Istituto dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma non ha chiarito né che tipo di studio sarà né quando sarà fatto. E’ parso di capire che addirittura l’intervento dell’INGV potrebbe essere successivo all’autorizzazione del metanodotto, il che è francamente inconcepibile dopo che lo studio INGV sulla centrale di compressione ha dimostrato la enormi carenze di quello predisposto dalla Snam.
In definitiva- concludono gli ambientalisti- il Governo e i rappresentanti dei Ministeri intervenuti (Sviluppo Economico, Transizione Ecologica e Cultura) continuano a spalleggiare acriticamente le assurde pretese della Snam di voler realizzare, contro ogni evidenza, un’opera dannosa, assolutamente inutile, e che attraverso le bollette, già abnormemente esose , verrebbe pagata dai cittadini italiani. La battaglia continua.”