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( primo piano)-Virgilia, protagonista del Novecento

Scritto da redazione

Sulmona,18 settembre– La poesia è l’arma delle guerre del petto, di quelle guerre dove le parole scavano trincee di salvezza per i diritti dei lavoratori, per stipendi degni, per la libertà di pensiero e di espressione. Di quelle guerre dove la passione e la passionalità sono, rispettivamente, genitrici e ostetriche. Anche questo rappresenta la poesia di Virgilia D’Andrea, donna, donna “Danno” di ideali e di fermento politico, protagonista del Novecento, nonché figlia della terra d’Abruzzo.

Si tralascia, di frequente, di cogliere la grandezza delle storie vere, di quelle che dallo loro hanno la caratterizzante cerchia di storie parallele e di fantasia ad incorniciarle. Questa, altresì, per lo scrittore Massimo Carugno, è dimestichezza acquisita e vittoriosa. In ben 246, schiette, sanguigne e cristalline pagine, il Carugno permette di conoscere, frequentare e solidarizzare con la strepitosa figura di Virgilia D’Andrea, sulmonese irripetibile e troppo dimenticata.

Esplicitamente, sono chiamate, a fare questo libro tante nazioni, tanti momenti storici, vari uomini, certe donne e tante idee. L’ Italia, in quest’opera, è protagonista tenace e assoluta, attraverso l’ingiusta incarcerazione di Ferdinando si consolida il pensiero per cui…

…dovevano morire per quello in cui avevamo creduto e questo non lo avrebbero mai né nascosto, né rinnegato…

Altro primo attore protagonista il racconto. Attraverso ore e ore di racconto, Virgilia, conduce, passando per gli occhi, le mani e la storia di una giovane infermiera, il lettore in un mondo lontano, almeno in apparenza lontano. Le ingiustizie, i soprusi, le guerre e gli accanimenti verso i più deboli, trovano, per un fato traditore,  in ogni tempo, alloggio e foraggiamento.

 Cambiare è intrinseco alla vita stessa, le vicende narrate non si discostano dal far notare come la brutalità intacca ciò che si è a favore di ciò che si diventa e ci si ritrova a dover impedire alla solitudine di prendere vigore e alla vita di non essere nelle disponibilità di terzi. Quindi la lotta attraverso, pagine di giornali, in assemblee in pubbliche piazze, dev’essere attiva e continua perché mezzo e strumento non violento e valevole per la salvaguardia dei diritti. E poco conta il tentativo bieco di chi ha potere, ma non umanità di confinare gli anarchici nella solitudine.

Massimo Carugno, con tributo alto e leale, fa conoscere al pubblico la Virginia D’Andrea, insegnante, anarchica, intellettuale, giornalista, scrittrice e leader politico. Brividi composti ad acqua gelida attraversano il cervello e l’animo del lettore quando, questa giovane sulmonese, prende la parola nei sottoscala, nelle piazze o quando riempie le pagine dei suoi giornali, lottando contro forme di imposizione e di obbedienza…

…la religione è una somma di regole, che sei obbligato a seguire. Si fonda sull’obbedienza e l’obbedienza si ottiene con il timore, con la paura e a volte con il terrore…

Con la fedeltà di una circense Virgilia racconta il suo amore per la poesia di Ada Negri, poesia che la estraniò dalla rigidità del collegio. Entrambe due donne di armi differenti e di differenti razze, ostili al deciso e all’imposto.  Eppure, il diffuso costume avrebbe voluto queste donne in altre faccende affaccendate…

…ai miei tempi, quando ero bella e giovane come te, si stava ben lontani da stampe, vocaboli così le donne non potevano commettere il peccato di scrivere lettere all’innamorato…

Mentre si navigano le pagine di Virgilia, si è portati ad abbracciare il futuro, lo si cerca, lo si vede possibile, seppur in ogni angolo si apposta l’ignoto. Sovente si approda all’urgenza   di avere donne con il diritto di proferire lemma, di schierarsi politicamente, di non essere solo incubatrici e addette alle minestre.

Chi partica Sulmona la ritrova e la apprezza ancor più, diversamente si avverte l’esigenza di farne la conoscenza. La malattia, i viaggi e gli incontri portano e ripartono dalla patria di Ovidio. Cittadina che fu nucleo delle vicende sindacali dell’intero Abruzzo, snodo ferroviario rilevante, luogo di fondazione del giornale Il Germe. 

Mentre i confini di una patria o delle patrie sono le imposture per far scannare i miseri di ogni luogo fra loro, gli amori, gli affetti e le origini rinnegano distanze, età e tempo. Si ritrovano, quasi per caso e si riconoscono forti ed autentici seppur decimati dalle cattiverie e dalle ingiustizie perpetrate dal potere dittatoriale, perché…

…non è mai stato il fiato a scuotere le masse, ma la furia delle parole…

Porta a sorridere la descrizione della vita dei newyorkesi contrapposta a quella del popolo italiano, basta pensare che in Italia le piazze non sono adeguate ad un uso razionale, sono spazi in cui pensare a sé stessi, posti in cui essere felici. Mai ci si allontana dalle radici, nessuna delle protagoniste ci si discosta, anzi ci tornano o le espandono nel mondo intero. L’essere italiano contiene bellezza, cultura e storia da cui non si può prescindere per andare avanti, anche, dall’altra parte dell’oceano. Attraverso l’umanesimo si sovverte la piramide sociale, l’Italia è costantemente fra gli Italiani. Tanto di ciò passa, anche, per la definizione che Virgilia D’Andrea da dell’anarchia…

…Anarchia significa distruzione della miseria, dell’odio, delle superstizioni; abolizione dell’oppressione dell’uomo sull’uomo; cioè, abolizione del governo del monopolio di proprietà…

I nomi, le storie e la dedizione di uomini abruzzesi, italiani divenuti figli del mondo per il bene del mondo non mancano, tutti legati fra loro da un destino reale, a tratti agevolato, da una fantasiosa e vigile scrittura che Massimo Carugno, svela capitolo dopo capitolo. Il suo aprire virgolette nei dialoghi, fra i protagonisti e, il non chiuderle, ben riporta il concetto di continuità che la storia può avere attraverso i suoi interpreti e benefattori.

Leggere Virgilia fa battere il petto delle donne che non si arrendono, di quelle che sanno che, se non si scende in campo, si finirà sepolte dal campo. Leggere Virgilia rende più forti, aiuta a non arrendersi, perché purtroppo le battaglie da combattere attraverso la parola, per mezzo della lotta non armata e a suon di acquisizione diritti cambiano, leggermente aspetto, ma non scompaiono.

Cesira Donatelli

Virgilia Protagonista del Novecento di Massimo Carugno

Edito PaperHill

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