Home Attualità Il grido di allarme di Nardella, detenuti campani hanno egemonizzato carcere di Sulmona

Il grido di allarme di Nardella, detenuti campani hanno egemonizzato carcere di Sulmona

Scritto da redazione

Sulmona, 18 settembre– Con una nota inviata ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP ha inteso denunciare la situazione di difficoltà nella quale insiste la Casa di Reclusione di Sulmona. A darne notizia è il numero due del sindacato a livello nazionale Mauro Nardella-

 “Giungono notizie davvero curiose ma nello stesso allarmanti dalla Casa di Reclusione di Sulmona circa i numerosi dispositivi telefonici sequestrati ( 40 dall’inizio dell’anno?),non si sa quanti ritrovamenti di oggetti non consentiti e diverse condanne inflitte per il reato ad essi associato e perpetrato negli anni scorsi” Inzia così la missiva indirizzata al Capo del Dipartimento Giovanni Russo da parte di uno dei più attivi sindacati di scategoria-

“La stampa tra l’altro ne ha parlato sovente, con dovizia di particolari e come se fosse cronaca ordinaria. Non si conterebbero-  i provvedimenti disciplinari conseguentemente inflitti ai detenuti e il numero degli stessi di origine campana che oramai sembrerebbero aver egemonizzato l’istituto abruzzese.

Il tutto, qualora fosse confermato, e vorremmo lo faceste voi stessi, non seguito da quello che tutti gli addetti ai lavori si sarebbero auspicati fosse avvenuto: il trasferimento in altri istituti dei detenuti riottosi di stanza a Sulmona” “Eppure – spiega nella nota Mauro Nardella Vice Segretario Generale S.PP- da quel che è dato sapere le richieste di allontanamento dei detenuti di cui sopra non sono mancate. Anzi…non si conterebbero.

Mauro Nardella Vice Segretario Generale S.PP-

Tuttavia, non si sa per quale motivo, i detenuti che evidentemente non hanno voluto e non vogliono impostarsi seguendo il dettato costituzionale loro offerto dal comma 3 dell’articolo 27 della legge madre, restano tranquillamente a gestire le loro dinamiche criminogene nello stesso posto in cui sono stati già scoperti e perseguiti per gli stessi motivi compromettendo, di fatto, ciò che di buono i pochi poliziotti penitenziari presenti ( 190 su 267 previsti) fanno per reprimere e prevenire i crimini in carcere

“Così come non è venuto meno, e questo è il vero paradosso, l’arrivo di detenuti da altri istituti macchiatosi delle stesse infrazioni. Insomma lo stesso Dipartimento sembrerebbe adottare due pesi e due misure non trasferendo quelli che a Sulmona si sono macchiati di infrazioni gravi e addirittura reiterate nel tempo

Cosa dire poi della eccessiva stanzialità che ne consegue al loro mancato trasferimento e che inevitabilmente potrebbe tradursi nella materializzazione di sodalizi criminali dagli stessi potenzialmente costituibili in carcere? Cosa si sta aspettando dunque?”

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